Tutti nella propria
vita hanno delle ispirazioni da cui traggono la propria voglia e
desiderio di dire: “voglio fare quello che fa lui!”
A me è capitato
quando ho sentito il gruppo rock i “linkin park” ...ma partiamo
dall’inizio.
Per me la musica era
come una cosa non necessaria, una cosa cosi’ lontana che non faceva
parte di me, una cosa che non sentivo il bisogno di ascoltare
apposta. Se capitava si sentiva altrimenti ne facevo a meno senza
problemi. Poi pero’ per “merito” di mio fratello ho ascoltato
una canzone che mi ha colpito di un gruppo a me sconosciuto cioè i
Linkin Park. Mi ha colpito fin dal primo ascolto, per la prima volta
sono rimasto affascinato dalla musica, cosa che non avrei mai
pensato.
Più sentivo le loro canzoni più mi sentivo attirato e dentro di me cresceva il desiderio sempre piu’ forte di fare anche io musica. Sorgeva però un problema: non sapevo suonare nulla, e tra me e me mi sono detto: bene! È ora che mi avvicini a uno strumento, ma quale? Mio padre aveva e ha ancora oggi una chitarra, era buttata lì nello sgabuzzino sotto tonnellate di roba inusata ormai da anni. L’ho presa e col manuale sotto forma di libro mi sono messo li a imparare come si suonasse.
Passavano i giorni ma non riuscivo a fare molto,quindi lasciai stare, passarono mesi e riprovai ma ancora nulla. Riflettendo capii che non riuscivo a concludere nulla perché scoraggiato dai fallimenti oltre al fatto di dire lascio stare, tanto non ce la faccio!
Passato un altro po’ di tempo mi è tornata la voglia perché sentivo che era un peccato rinunciare a una cosa che mi affascina cosi tanto, allora presi la decisione di fare un corso tramite parrocchia vincendo la mia pigrizia.
Finalmente riuscii a suonare o meglio dire strimpellare lo strumento tra assoli e canzoni e quando qualcosa mi riesce torna improvvisamente lo voglia di continuare a suonare perché dentro di me sentivo che stavo poco alla volta raggiungendo il mio obiettivo, come una luce che si accende e so che quella che sto percorrendo è la strada giusta per arrivare alla meta finale.
Le mie mani è come se fossero la chiavetta che trasferiscono i dati (i miei pensieri) dalla mia testa al foglio world del pc per conservare a lungo quello che penso.
Davide M.
Più sentivo le loro canzoni più mi sentivo attirato e dentro di me cresceva il desiderio sempre piu’ forte di fare anche io musica. Sorgeva però un problema: non sapevo suonare nulla, e tra me e me mi sono detto: bene! È ora che mi avvicini a uno strumento, ma quale? Mio padre aveva e ha ancora oggi una chitarra, era buttata lì nello sgabuzzino sotto tonnellate di roba inusata ormai da anni. L’ho presa e col manuale sotto forma di libro mi sono messo li a imparare come si suonasse.
Passavano i giorni ma non riuscivo a fare molto,quindi lasciai stare, passarono mesi e riprovai ma ancora nulla. Riflettendo capii che non riuscivo a concludere nulla perché scoraggiato dai fallimenti oltre al fatto di dire lascio stare, tanto non ce la faccio!
Passato un altro po’ di tempo mi è tornata la voglia perché sentivo che era un peccato rinunciare a una cosa che mi affascina cosi tanto, allora presi la decisione di fare un corso tramite parrocchia vincendo la mia pigrizia.
Finalmente riuscii a suonare o meglio dire strimpellare lo strumento tra assoli e canzoni e quando qualcosa mi riesce torna improvvisamente lo voglia di continuare a suonare perché dentro di me sentivo che stavo poco alla volta raggiungendo il mio obiettivo, come una luce che si accende e so che quella che sto percorrendo è la strada giusta per arrivare alla meta finale.
Le mie mani è come se fossero la chiavetta che trasferiscono i dati (i miei pensieri) dalla mia testa al foglio world del pc per conservare a lungo quello che penso.
Davide M.